Gabriele Lopez: la poesia della fotografia matrimoniale
REPORTAGE - Pubblicato il 09 Giugno 2017

È un piacere poter intervistare un fotografo come Gabriele Lopez. Non solo perché è un grande professionista, ma perché nei suoi scatti ci si trova veramente tanta poesia.
Gabriele crea immagini forti, di qualità, che possono rendere speciale il ricordo del vostro matrimonio.
Andiamo a scoprire subito i suoi segreti fotografici!
Hai uno stile ben definito, tra il documentario e il reportage. Le tue immagini sono ricche di elementi, dettagli, situazioni, ma riescono ad avere una leggerezza di fondo. Come ci riesci?
Ciao a tutti. Beh, non so esattamente come rispondere a questa domanda. In realtà io non mi chiedo mai cosa fotografare, o cosa farò, per intenderci. Lascio che sia solamente l'istinto a guidarmi e colgo ciò che esiste.
Cerco di imparare a conoscere per davvero e più possibile chi avrò davanti in modo da creare qualcosa di personale e di non ripetibile, in modo che le stampe finali abbiano un importanza reale per chi le commissiona e mi sceglie.
Il non avere una scaletta mi rende leggero e attento, aperto e disponibile, e questo mi rilassa molto. Forse è questo.
C'è qualche grande maestro della fotografia che senti vicino a te e al tuo lavoro? Sembra trasparire dalle tue foto uno studio profondo della storia della fotografia.
Tanti, mi ispiro e ho studiato tanti autori, che sono cambiati in periodi diversi della mia vita e della mia esperienza come fotografo.
Machiel Botman, per la poesia del diario, Haas e Pinkhassov per lo sguardo visionario, solo per citarne alcuni. Della fotografia di matrimonio so poco, non la seguo, non guardo.
Sono certo ci siano ottimi fotografi ma non ho alcun tipo di interesse ad aumentare le date ne ad adattarmi a qualunque tipo di mercato sia di "moda" oggi.
Faccio ciò che sento, cerco di farlo meglio che posso, non credo di avere il tempo per seguire gruppi, forum, tendenze.
Che rapporto ti piace avere con gli sposi, i parenti, gli invitati?
Adoro essere scambiato per un invitato, essere al loro pari, essere dimenticato, tralasciato. Con gli sposi cerco di instaurare un amicizia che spesso è diventata tale per davvero.
Cerco davvero di capire chi sono. Entrerò in casa loro, ed ho qualche ora per dare un significato al loro modo di essere. Lo farò solo superficialmente, ma spero resti qualcosa da questo incontro.
C'è una sezione, all'interno del tuo sito, dal titolo: la "filosofia di lavoro". Ci spieghi un po' cos'è e perché è così importante?
Credo sia importante "scegliersi" e raggiungere un affinità pressoché totale su questo tipo di lavoro, che è e deve restare uno scambio.
Credo sia giusto "scegliersi" a vicenda, ed essere in accordo sulla visione di base. Quindi credo di potere solo pormi secondo il "questo è quello che faccio, sarò felice se lo adorate, ma potrei non essere il fotografo giusto", con buona pace del calendario fitto.
Questo comporta un grande sacrificio economico, ma mi riempie decisamente di più a livello umano e fotografico.
I miei servizi non hanno pacchetti, orari, vincoli. Si fotografa e si sta assieme, ma serve un affinità totale per farlo al meglio.
Un passaggio veloce sui tuoi lavori extra matrimonio.. Perché "non di solo matrimonio vive l'uomo". :)
Più o meno con la stessa filosofia mi occupo di ritratti e lavori commerciali e di lavori personali che distribuisco attraverso pubblicazioni e attraverso la Millenium Images.
La fotografia di matrimonio è una fetta di ciò che faccio, ma la fotografia è tutt'altro che solo un lavoro per me, è un modo di vivere
Ritorniamo al wedding. Quanto è importante riconoscere l'attimo giusto in cui scattare durante un matrimonio?
Credo sia questione di "sentire", se sei coinvolto fotografi, senti, reagisci, vai in "tensione". Se crei un distacco allora puoi usare dei "trucchi" ma se mi accorgo che lo sto facendo mi allarmo perché significa che non sto "sentendo" o non ci sto credendo abbastanza.
La fotografia parla del tempo che passa, quello che fotografi è già vecchio appena lo fotografi. Di tutto questo, cosa credi vada salvato? Un matrimonio raccoglie così tanti momenti...non richiede certo che ne "crei" io altri.
Ci racconti il tuo workflow, e magari qualche piccolo segreto che rende così speciale il tuo lavoro?
Il mio segreto credo sia solo una fotografia semplice e una ricerca continua, e il rapporto con le persone con cui scelgo di lavorare. Uso macchine semplici, poche ottiche che utilizzo da sempre, senza effetti e mai "spinte", in modo che le foto assomiglino ad uno sguardo.
Il workflow credo possa essere poi simile a quello di molti, a parte magari quando scatto su pellicola, perché quello richiede un procedimento differente.
La fotografia di matrimonio è uno di quei generi in cui lo "storytelling" è molto importante, bisogna accompagnare chi guarda da una foto all'altra.
Quest'anno scatto una decina di matrimoni, e su questi ho deciso di fermarmi.
Un'ultima domanda. Qual è il tuo rapporto, da fotografo, con il tema del viaggio?
Nelle fotografie di viaggio degli ultimi anni fotografo senza lasciare che si veda il luogo, ma solo la "sensazione" di essere altrove. Sono fotografie che non appartengono a nessun luogo, e potrebbero essere scattate anche qui vicino.
Cerco di fotografare quello che ho imparato a conoscere. Quando viaggio non faccio tappe, vado in un posto e ci resto. Se ne ho la possibilità, torno, altrimenti va benissimo lo stesso.
Viaggio per distrarmi, non per ottenere più foto possibili. Se vado a Parigi, ad esempio, fotografo la "mia" Parigi, Parigi in sé non significa molto per me, anche se l'adoro.
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